CARICHE ALLA SAPIENZA le “ultime” di una serie


Mercoledì 18 marzo in tutta Italia era in
corso lo sciopero generale indetto dalla Flc-CGIL  per difendere il sistema
dell´istruzione e chiedere una scuola di qualità. Anche il movimento studentesco
ha aderito allo sciopero del settore della conoscenza proclamato dal sindacato.
Oltre 1000 a Torino, circa 2000 a Cagliari, ma mentre nel resto d’Italia le
cose si sono svolte in maniera tranquilla, a Roma non è andata così. Gli
studenti dei tre atenei romani si sono dati appuntamento all’interno
dell’Università La Sapienza di Roma, dove ci sono stati momenti di
tensione quando i giovani che avevano dato vita al corteo interno hanno tentato
di uscire fuori dalla cittadella universitaria, per confluire nel corteo che
sfilava per la città, si sono trovati davanti un cordone di poliziotti e
carabinieri. Le forze dell’ordine, riferisce l´Ansa, hanno caricato gli
studenti respingendoli all’interno dell’ateneo. E alla carica i dimostranti
hanno risposto con un lancio
di oggetti, anche scarpe. L’entrata principale
dell’università (piazzale Aldo Moro) è stata presidiata dalle forze
dell’ordine
come tutti gli altri accessi all’ateneo. Il tutto è legato a  al
protocollo  su cortei e manifestazioni che prevede nella città di roma
itinerai  e piazze stabiliti per cortei e comizi… quindi  di fatto
abolisce la protesta spontanea e la reprime a manganellate. Però
nascono dei dubbi su alcune decisioni prese anche in altre città e in
contesti diversi, dove pare che nell’operare delle forze dell’ordine
spesso si facciano dei distinguo, ci riferiamo a quanto accaduto a
Bergamo il 28 Febbraio scorso, dove un corteo non autorizzato indetto
da forza nuova e per di più in formazione militare e armato di bastoni
caschi e spranghe è stato contestato da un corteo spontaneo
antifascista, ebbene le forze dell’ordine
hanno caricato gli antifascisti, requisendo un autobus
della locale azienda dei trasporti per portare i 59 fermati in questura

tanto per dare un’idea delle situazioni riportiamo alcuni link interessanti

http://www.youtube.com/watch?v=bNr1w1IB4v0&feature=related      (corteo antifa)

http://www.youtube.com/watch?v=FLmwomlzpiU&feature=related     (risposta polizia)

http://www.youtube.com/watch?v=FuEIsPREI6I&feature=related        (risposta polizia)

Questi
eventi uniti a quanto accaduto alla Sapienza e a Torino portano a
riflettere sullo stato delle cose, quello che più da fastidio è che
quando se ne sente parlare, lo si ascolta dalla bocca di chi sta sempre
dall’altra parte, o nella migliore delle ipotesi non ha fatto nulla per
impedirlo. Parla degli eventi gente che è distante
anni luce dalle idee dei movimenti, o semplicemente dalle esigenze di
uno studente, parla un ministro, parla un sindaco, un sindacalista, un
segretario di partito, ma chi ha mai sentito parlare la gente coinvolta
in questi fatti, chi ha mai ascoltato in tv la voce di qualcuna/o
rotta dalla rabbia mista alla paura, che si tiene la testa percossa da
un manganello e che vive il dilemma se andare in ospedale e quindi col
rischio di essere segnalato/a o rischiare complicazioni e andarsene a
casa.

Sono
queste le cose che dobbiamo evitare, cioè di dare voce solo a quei
personaggi che sono altro rispetto ad un movimento piuttosto che ad
un’idea, che si arrogano il diritto di parlare a nome di, o a favore o
contro e che magari aizzano il sentimento morale della gente, facendo
scattare l’automatismo della pubblica indignazione. Dobbiamo cercare di
comunicare con le persone, e comunicare soprattutto le nostre versioni
dei fatti, un livido, un occhio pestato ha più peso di mille sproloqui
apologetici sulla legalità e la sicurezza.

La
gente, deve essere informata dalla realtà dei fatti e non da spauracchi
mediatici messi in atto per demonizzare persone che stanno lottando non
solo per qualcosa in cui credono, ma anche per quelli che stanno a
guardare da dietro ad una finestra.. e che per capire cosa sta
succedendo sotto casa, accendono la TV o aprono il giornale.

Collettivo UniRC 

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