ASSEMBLEA NAZIONALE DEI COLLETTIVI Roma 28 Febbraio 1 Marzo 2009



Il 28 Febbraio e l’1 Marzo il collettivo UniRC ha preso parte all’assemblea nazionale tenutasi a Roma.  Al termine della due giorni, si è riusciti a giungere ad una sintesi degli interventi e dei punti comuni che legano le varie realtà presenti. Di seguito, il documento.


Nelle giornate di Sabato 28 Febbraio e Domenica 1
Marzo nella Facoltà di Psicologia della Sapienza si è tenuta
un’Assemblea Nazionale promossa dal Coordinamento dei Collettivi della
Sapienza, un momento di confronto fra tante realtà universitarie che
hanno preso parte al Movimento dell’Onda e che continuano a lottare
quotidianamente per un’università e una società diverse.


La discussione, a partire dalle 12 tesi per
l’università dei Collettivi della Sapienza, ha affrontato tematiche
quali la crisi economica e le politiche del Governo, i processi di
riforma dell’università, i terreni e le pratiche di lotta da sviluppare
per favorire una ripresa del movimento e gli strumenti necessari per
instaurare stabili relazioni fra le varie realtà universitarie a
livello nazionale.


La crisi economica è una crisi strutturale e
sistemica del capitalismo che, a partire dall’economia e dalla finanza,
sta profondamente mutando il contesto politico e sociale. Il fallimento
di colossi bancari, la riduzione della produzione delle grandi aziende,
la chiusura di migliaia di piccole e medie imprese a conduzione
familiare, il licenziamento di centinaia di migliaia di lavoratori e
lavoratrici e i 70.000 precari che ogni mese non vedranno rinnovato il
loro contratto, rimanendo senza salario né cassa integrazione, i tagli
a Scuola, Università, Ricerca, Sanità, sono elementi che indicano come
la crisi si stia abbattendo su tutti quei soggetti più deboli, con meno
diritti e garanzie, che la crisi non hanno prodotto e che non intendono
pagare.


Nel versante politico la crisi sta producendo
un’accelerazione delle politiche del Governo, politiche securitarie e
xenofobe che individuano nell’autoritarismo e nell’attacco ai diritti
dei lavoratori e delle lavoratrici la via di uscita dalla crisi ed il
mezzo con cui reprimere i conflitti sociali da essa scaturiti. La
riduzione dei salari, dei diritti e della sicurezza sul lavoro,
l’attacco al diritto di sciopero e al contratto collettivo, il
pacchetto sicurezza, l’uso strumentale della violenza sul corpo delle
donne per giustificare l’accanimento nei confronti dei migranti, il
perpetrarsi di un’ingerenza vaticana legittimata da tutta la classe
politica che attacca costantemente i diritti di lesbiche, gay,
intersessuali e trans, l’attacco alla Costituzione e lo sdoganamento
dei neofascismi necessitano di un argine per essere fermati, di una
larga opposizione sociale fatta di stabili alleanze fra studenti e
studentesse, lavoratori e lavoratrici, migranti, lotte territoriali e
in difesa dei beni comuni. La relazione fra soggetti sociali e lo
stabile collegamento fra le lotte non va solo enunciata, ma costruita
con analisi, pratiche e rivendicazioni comuni, come terreno di
costruzione fondamentale e prioritario. Relazione che abbia come
collante politico i temi dell’antifascismo, dell’antirazzismo e dell’antisessismo.
Basi di partenza sia per una rivendicazione nazionale che territoriale,
da affrontare ognuno in relazione alle peculiarità locali.


Alleanze sociali che, come studenti e studentesse,
dobbiamo costruire a partire dalle nostre specificità e dalle nostre
realtà. L’università che quotidianamente viviamo è da anni sotto
stretto attacco da parte di tutti i governi che hanno progressivamente
definanziato gli Atenei pubblici in favore di quelli privati. Il
Processo di Bologna, declinato in Italia nella riforma del 3+2, ci ha
consegnato un’università fatta di una didattica fortemente
dequalificata, con contenuti critici totalmente assenti, un sapere
frammentato e mercificato tramite il sistema del credito, un sistema di
trasmissione della conoscenza verticale e gerarchico, completamente
chiuso alle istanze degli studenti. L’università di oggi è
un’università di massa in cui permane una forte selezione di classe,
dovuta al continuo aumento delle tasse universitarie, alla quasi totale
assenza del diritto allo studio, ai numeri chiusi e ai blocchi fra
triennale e specialistica.


Sorte non differente è quella della Scuola, da
quella primaria a quella d’istruzione superiore, che partendo dal
ritorno della figura anacronistica del maestro unico, mina la creazione
di un pensiero critico e nega materialmente pari opportunità a tutte le
bambine ed i bambini di sviluppare la propria formazione.


Vogliamo l’abolizione del 3+2, del sistema dei
crediti, dell’autonomia finanziaria degli Atenei, dei numeri chiusi e
di ogni forma di blocco. Vogliamo maggiori finanziamenti per
l’Università pubblica, per la ricerca e per il diritto allo studio. L’abbattimento delle tasse universitarie
fino alla gratuità dell’università. Rifiutiamo l’idea stessa che il
diritto allo studio venga regolato su base regionale: i diritti non
hanno confini e quel che per legge si tenta di dividere e differenziare
noi lo riunificheremo e generalizzeremo attraverso le nostre
rivendicazioni.


Rivendicazioni che non puntino soltanto alla
compensazione di quel che negli anni ci hanno sottratto, ma mirino
direttamente a costituire contropotere effettivo nelle nostre facoltà e nei nostri atenei.
Impediremo in ogni modo qualsiasi forma di privatizzazione e
aziendalizzazione dell’università e dunque vogliamo il ritiro della
Legge 133. Rivendichiamo la centralità della figura dello studente
nella vita e nei processi decisionali degli Atenei: il primo passo in
questa direzione è la conquista e la difesa degli spazi occupati ed autogestiti dagli studenti. Siamo assolutamente contrari all’abolizione del valore legale del titolo di studio. Denunciamo inoltre il signoraggio bancario
come principale causa del Debito pubblico e della conseguente privatizzazione dei beni comuni.


Per questo, premettendo che ogni relazione tra le
realtà universitarie non può che darsi sul terreno delle pratiche di
lotta proponiamo la seguente ipotesi di lavoro comune:


1) Il tema della Riappropriazione
ed il rifiuto di ogni forma di precarietà come terreni centrali di
lotta, da articolare territorialmente a seconda delle specificità
locali tramite campagne e vertenze. Riappropriazione della qualità
della didattica, dell’unità dei saperi, dei saperi critici, del diritto
allo studio, delle garanzie e dei diritti sul lavoro e di tutto quello
che ci hanno sottratto in questi anni. Da oggi diciamo basta! Ci
riprenderemo tutto!


2) I temi dell’Antifascismo, Antisessismo e Antirazzismo,
da sviluppare attraverso campagne e vertenze contro il pacchetto
sicurezza e tutte le misure locali ad esso collegate, contro i
rigurgiti neofascisti che sempre più spesso cercano di rialzare la
testa nelle nostre città, contro le discriminazioni e l’oppressione di
genere.


3) Date comuni di mobilitazione, in modo particolare:

– 18 marzo, sciopero Flc-Cgil Scuola e Università

– 17-19 maggio, G8 Università a Torino

– Giornata della “riappropriazione” in data da definire insieme

e secondo le possibilità di ogni specifica realtà:


– 28-29 marzo G8 Lavoro e Welfare a Roma/Manifestazione dei sindacati di base


– 23 aprile, Sciopero Generale dei Sindacati di Base


– 22-23-24 aprile, G8 Ambiente a Siracusa


4) Strumenti comuni:


– una mailing list di comunicazione, utile anche per socializzare e condividere i percorsi specifici delle singole realtà


– l’apertura di un forum di discussione sul sito ateneinrivolta.org
che tratti i temi sopra riportati tanto in termini di analisi, quanto
in termini di ipotesi di lavoro, di cui andranno discusse le
caratteristiche tecniche per renderlo luogo utile di confronto.


– l’apertura di sezioni locali del sito ateneinrivolta.org gestite autonomamente dalle singole realtà


– materiali condivisi da utilizzare nelle campagne comuni, da
discutere in mailing list e pubblicare successivamente sul sito per
renderli scaricabili da tutti/e.


VERSO UNA NUOVA MAREGGIATA!



 

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