pubblicato da AUTONOMAMENTE
Il Consiglio dei ministri, su proposta del
ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, ha deciso di
impugnare davanti alla Corte Costituzionale le leggi regionali di
Puglia, Basilicata e Campania che impediscono la costruzione di
centrali nucleari nei loro territori.
Siamo davanti ad un’altra presa di posizione del governo, che, ancora
una volta, tenta di scavalcare in tutto e per tutto gli enti
governativi regionali e locali.
Così è stato con la variante di Cannitello (pseudo primo cantiere del
ponte sullo stretto), con la privatizzazione delle acque, con la Tav,
con il termovalorizzatore di Acerra ed ora con le centrali nucleari.
Tutto questo per realizzare “l’ambizioso obiettivo” del governo di
produrre il 25% di energia dal nucleare per la quale servono 8-10
centrali operative da costruire entro il 2030.
A tale proposito è immediata la risposta di Nichi Vendola il quale
afferma che: “La Puglia sarà una Regione disobbediente: continueremo a
dire no al nucleare. […] La destra che finge di essere ambientalista a
Bari diventa ferocemente nemica dell’ambiente a Roma. Siamo davvero
alla caduta della maschera: in Consiglio regionale la destra vota a
favore della legge per la denuclearizzazione della Puglia, e oggi il
governo di destra impugna dinanzi alla Corte costituzionale quella
stessa legge. Noi saremo la Regione più disobbediente d’Italia e
continueremo a dire no al nucleare”.
Dichiarazioni altrettanto agguerrite e indignate arrivano da Vito De
Filippo, presidente della Basilicata, che ha dichiarato: “Faremo
rispettare il nostro territorio, la Basilicata ha il diritto di
esprimersi sul nucleare. Così il governo viene allo scoperto e conferma
la sua linea ispirata a un centralismo egoistico. Si sta censurando una
normativa regionale impiantata su una legittima aspirazione e sulla
convinzione di un intero territorio. E’ inconcepibile che il governo
possa pensare di realizzare impianti nucleari senza l’assenso della
regione interessata”. Antonio Bassolino, presidente della Campania,
afferma che “la produzione di energia è materia concorrente, quindi la
Campania rispetta i principi costituzionali”. Il governatore della
Campania si è dunque detto “fiducioso che la Corte terrà nel dovuto
conto i fondamenti giuridici contenuti nella nostra legge. Siamo
convinti di aver agito nel pieno rispetto delle norme costituzionali e
delle competenze attribuite allo Stato e alle Regioni”.
Ricordiamo ai lettori che attualmente ci sono 90.000 metri cubi di
rifiuti nucleari giacenti in una serie di depositi e nelle centrali
nucleari dismesse da smaltire, scaturiti dal precedente piano nucleare
statale, a cui nel 2025 si aggiungeranno altre 235 tonnellate di
ritorno dalla Francia.
Se in più di quarant’anni la successione di tutti i governi non è
riuscita a smaltire questi rifiuti, come è possibile pensare ad un
nuovo piano nucleare?
La dittatura statale si fa ancora sentire, indice che, in Italia, le cose vengono fatte sempre e comunque con la forza.