solidarietà al FASSBINDER


 

Apprendiamo
dai giornali che sarebbero comparse scritte anonime sui muri della
città contro il sindaco Caselli. Mentre si sprecano le denunce degli
esponenti della destra italiana contro il presunto giustizialismo della
sinistra antagonista, questi moderni eredi del ventennio fanno i loro
processi sui giornali individuando i responsabili di questa azione. Il
signor Caselli dichiara addirittura di riconoscere la calligrafia delle
scitte con quelle trovate all’ interno del Fassbinder durante lo
sgombero. Asassuolo dove regna il feudatario Caselli tutto è in suo
potere e lui è tutto: anche perito calligrafo.

Un quesito salta alla mente: ma non è che questo processo mediatico
sia rivolto alla parte sbagliata? E’ un metodo vecchio come il mondo
fare gesti sconsiderati usando il nome degli avversari politici per
infangarli, servendosi della visibilità mediatica per meteere in atto
loschi giochi di potere.

Noi non sappiamo chi sia l’ autore delle scritte, certo è che quella
oggi organizzata dalla giunta sassolese è una campagna di
criminalizzazione ben congegnata ( se non addirittura orchestrata
direttamente ) proprio per passare da carnefici a vittime. Infatti fino
ad oggi se c’è qualcuno tra Fassbinder e giunta comunale che ha usato
la violenza e l’ arbitrio, questa è la giunta stessa sgomberando con l’
esercito in parata e in tenuta da guerra un circolo che ha ancora piena
legittimità di utilizzo della sua sede visto che la convenzione in
essere con l’ amministrazione non è mai stata formalmente disdetta.

Usando i militari ( come ai vecchi tempi ) per chiuderci la bocca,
oggi la giunta comunale vuole anche questa campagna di
criminalizzazione contro il Fassbinder per farci passare come
“deliquenti comuni” invece che da attivisti politici. Lo ripetiamo: non
sappiamo chi ha fatto le scritte e non ci interessa! Sappiamo di sicuro
che il nostro collettivo non ha bisogno di fare scritte anonime per
esprimere le proprie idee anzi, lo ha sempre fatto mediante volantini e
documenti firmati, iniziative di piazza e manifestazioni mai anonime, e
lo ha sempre fatto nonostante questa giunta, che oggi si appella alle
forze democratiche del paese, abbia sempre arbitrariamente negato spazi
pubblici e persino i locali a noi del Fassbinder.

Inoltre il signor Caselli dimostra anche di non aver chiara una cosa
che a tutti i membri del collettivo è chiarissima: la differenza tra
invettiva politica e la minaccia personale. Mettere sullo stesso piano
l’ essere definiti fascisti con l’ essere minacciati di morte significa
mettere insieme ciò che insieme non può stare.

Non abbiamo bisogno di augurare la morte a nessuno e tanto meno di
minacciarla, continueremo però a dire che il signor CASELLI E’ UN
FASCISTA e che questa giunta è una “GIUNTA MILITARE”, e continueremo a
dirlo nei nostri volantini firmati, nelle nostre comunicazioni firmate
e nelle nostre manifestazioni pubbliche, non sui muri in modo anonimo.

Non ci faremo intimidire dalle loro strumentali campagne di
criminalizzazione nè dalle loro intimidazioni politiche, non saremo l’
oggetto sacrificale della campagna elettorale vittimistica di questa
giunta totalitaria che sa solo usare l’ esercito per fare “pulizia
etnica” nei confronti di chi la pensa diversamente.

IL FASSBINDER VIVE

LE IDEE NON SI SGOMBERANO

collettivo Fassbinder

 

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