Orgogliosi di restare…no scusate, era una battuta! Basta soprusi, se lo statuto non cambia Giovannini dovrà dimettersi.


Campeggiano ovunque manifesti e slogan di studenti universitari felici e soddisfatti. Questo dovrebbe incentivare le immatricolazioni ma, siamo sicuri, nessuno ci è cascato.

Se così non fosse, la scandalosa vicenda “Statuto” avrà spazzato via anche l’ultimo ottimista nei confronti della validità gestionale ed organizzativa del nostro Ateneo, che tanto si preoccupa dei suoi studenti quando è ora di riscuotere tasse, contributi, more e tutto ciò dal quale sembra possibile ricavare qualche euro o al massimo, come si diceva, per farsi un po’ di pubblicità. Salvo poi dimenticarli, gli studenti e i soldi incassati, quando è il momento di decidere le cose serie.

La cronaca di questi giorni è nota, così come i trucchetti e le irregolarità che hanno dato il benvenuto al licenziamento del nuovo statuto della Mediterranea, approvato da pochi giorni in una pioggia di polemiche e malumori.

Esprimiamo fin da subito solidarietà al personale tecnico-amministrativo e ringraziamo i nostri rappresentanti che fino all’ultimo hanno provato a ricordare al Magnifico Rettore che l’Università esiste e sopravvive solo ed esclusivamente per merito di quegli studenti che stoicamente resistono ancora in questo sistema incancrenito.

Ma evidentemente il nostro corpo docente (o almeno una parte) la pensa diversamente, e preferisce mortificare le nostre rappresentanze e di conseguenza il nostro peso ed importanza all’interno del nuovo ateneo targato Gelmini, una legge già pessima che era difficile peggiorare, eppure ci sono riusciti. Ma non avevano detto che sarebbe stata contro i baroni? Allora perchè mai inserire una norma come quella che qui contestiamo fortemente, che più che l’elezione di un Rettore, prevede la scelta di un piccolo sovrano? I voti di studenti e personale varranno poco o nulla e non sarebbe strano di questo passo veder togliere il diritto di voto anche alle donne nei prossimi anni, all’interno dell’università, visti questi sintomi di arretratezza… Ma sarcasmo a parte, ciò che rileva più di tutto non è lo spirito di autoconservazione dei “baroni”, ma l’arroganza e la prepotenza con cui questi impongono le loro decisioni, spesso incuranti di diritti e regole, togliendo perfino il diritto di parola, finanche ai massimi rappresentanti degli studenti negli organi superiori, il che è un sintomo a dir poco preoccupante.

Negli scorsi mesi sono state consegnate oltre 700 firme al nostro Magnifico Rettore,

che chiedevano trasparenza, condivisione e partecipazione a tutto campo, anche nella stesura del nuovo statuto, al fine di rendere quantomeno informati tutti gli studenti e dar loro l’opportunità di esprimere anche una semplice opinione non vincolante. La risposta alla petizione arriva solo questo mercoledì sotto forma di evidenza dei fatti, quando il Senato Accademico ed il Consiglio di Amministrazione, approvando questo Statuto, pronunciano un sonoro no a democrazia, diritti, partecipazione, trasparenza, legalità e condivisione delle scelte.

Statuto, che è l’ultima goccia delle tante che nella storia recente hanno inondato di scandali e vergogna le nostre facoltà, dalle vicende giudiziarie che nulla hanno contribuito a ripulire (poichè tutti sono ancora al loro posto), alla drastica riduzione delle borse di studio e all’inasprimento dei criteri per ottenerle (senza contare quelle non pagate), al vertiginoso aumento della tassazione ordinaria, all’introduzione di ulteriori contributi capestro (alcuni per fortuna sventati e con non poche difficoltà), alla carenza di strutture e la pessima organizzazione, da elementi marginali come mobilità e parcheggi alla cittadella universitaria di feo di vito a questioni di maggiore importanza come l’organizzazione didattica e dei corsi in genere. 

In questa situazione di grave disagio e disillusione il nostro Rettore ci chiede un “atto di fede”, approvando “di forza” il nuovo statuto con la promessa di cambiarlo eliminando la norma sull’elezione del Rettore stesso più avanti. Perchè non cassarlo sin da subito allora, se c’era e c’è la volontà di cambiarlo… Forse perchè in quel caso le maggioranze negli organi superiori sarebbero cambiate e la carica dei feudatari dellaContea Mediterranea avrebbe squillato le trombe contro lo stesso Giovannini, colpevole di non aver concesso i privilegi accordati a corte, portando inoltre ad un quasi certo commissariamento dell’Ateneo che con tutti i rischi del caso (e ci duole ammetterlo), avrebbe però un pò contribuito a scrostare gli ingranaggi di una macchina ormai ferma, al prezzo di qualche poltrona che, evidentemente, qualcuno non è assolutamente disposto a pagare…

Ma è solo un’ipotesi, una digressione umoristica di chi ha già pianto quasi tutte le sue lacrime nel frequentare per amore o per mancanza di scelta questa Università; e per questo vogliamo dare, contro ogni aspettativa, ancora una possibilità al nostro Rettore di rispettare gli impegni presi, cosa che solitamente non manca di fare: le modalità di elezione del rettore dovranno cambiare, appena possibile, così come promesso dallo stesso Giovannini.

In caso contrario il Magnifico Rettore dovrà assumersi tutte le responsabilità del caso di fronte alla comunità accademica ed in particolare ai 10 mila studenti che gli permettono di ricoprire il suo ruolo, rimettendo il suo mandato.

Collettivo UniRC – AteneinRivolta Reggio Calabria   _   22.10.2011

 

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  1. #1 di GallegosWhitney il 20 Agosto 2012 - 10:46

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