MANIFESATAZIONE NAZIONALE CONTRO IL PONTE


 
19 DICEMBRE 2009 – VILLA SAN GIOVANNI – MANIFESTAZIONE NAZIONALE
FERMIAMO I CANTIERI DEL PONTE
LOTTIAMO PER LE VERE PRIORITA’
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Mai come in questi ultimi tempi la Calabria e la Sicilia sono state oggetto di attenzione dei media, e non
solo a causa delle organizzazioni criminali che continuano a imperversare, grazie anche alle connivenze
con le istituzioni locali e nazionali: ad attirare l’interesse dell’informazione, nazionale ed internazionale,
è la tremenda serie di disastri "ambientali" provocati da scelte dissennate, imposte a territori fragili
geologicamente ed economicamente.
Così a Giampilieri e a Scaletta Zanclea le forti precipitazioni hanno causato devastazioni e morti che si
sarebbero potuti evitare se solo si fosse dato ascolto a chi da anni lancia l’allarme riguardo al rischio
idrogeologico.
In Calabria finalmente è evidente e manifesto quanto abbiamo sempre detto: che nei mari e nelle
montagne calabresi la ‘ndrangheta ha seppellito rifiuti tossici e nucleari per lucrare sullo smaltimento
delle scorie scomode.
Ad Amantea il 24 ottobre si è visto come i calabresi abbiano acquisito la consapevolezza di vivere su
terreni avvelenati. E non basta il maldestro tentativo della Prestigiacomo, che nega la presenza di navi
con rifiuti tossici lungo le coste calabresi per convincerci: troppi tumori anomali, troppe morti di cancro
inammissibili.
Tutto questo si inserisce in un panorama politico in cui la messa in sicurezza del territorio non è nelle
agende istituzionali, in cui l’A3 SA-RC continua ad essere un cantiere da decenni, i collegamenti su
rotaie e via mare sempre più disagiati.
I beni comuni e l’interesse collettivo sono oggetto, per le istituzioni, di affari illeciti e trasversali. Così
l’acqua, la viabilità, la qualità della vita.
In nome della crisi, da una parte si privatizza e si taglia, aumentando i disagi per i cittadini ed
ingrossando le fila di precari e disoccupati, dall’altra si investe in opere che poco hanno d’interesse
pubblico.
Il Governo nazionale continua a riproporre il Ponte sullo Stretto come priorità, annunciando
addirittura la posa della prima pietra di un’opera di cui non solo non esiste ancora un progetto
definitivo, ma nemmeno una valutazione accurata dell’elevato rischio sismico di un’area dove sono
presenti numerose faglie più o meno profonde, distribuite in tutte le direzioni.
A tal proposito guardiamo con molto interesse l’iniziativa della Giunta regionale calabrese, sempre
dichiaratasi contraria all’opera, che ha attivato un ricorso presso la Corte Costituzionale, nonché ha
approvato il documento preliminare del QTR regionale che, nei suoi aspetti di pianificazione
urbanistica e paesaggistica, non contempla il ponte. Al fine di rendere ancor più evidente questa
contrarietà, riteniamo opportuno che la Regione Calabria ritiri la propria partecipazione dalla Stretto di
Messina SpA, che è ormai chiaro a tutti come sia un “carrozzone mangia-soldi” che ridistribuisce
risorse pubbliche sotto forma di consulenze, sponsorizzazioni e spese parassitarie per alimentare ben
oleati meccanismi clientelari.
Il movimento calabrese e siciliano contro la costruzione del ponte sullo Stretto, che in questi anni è
confluito nella Rete NO PONTE, ha ribadito più volte, negli anni di contrapposizione e di denuncia
contro questo affare, che il ponte non serve ai territori e ai cittadini calabresi e siciliani.
E’ indispensabile, per questi territori e per chi ci abita, che i fondi che sia lo Stato sia le Regioni Calabria
e Sicilia destinano al ponte siano invece impiegati per le opere di messa in sicurezza, riparando alle
devastazioni “umane” dell’ambiente che sono la causa dei dissesti idrogeologici, ripulendo il mare e i
territori in cui le organizzazioni criminali hanno occultato le scorie tossiche e radioattive.
E’ indispensabile anche dotare queste aree di collegamenti, via terra con strade e ferrovie, e via mare
puntando sull’ammodernamento e il potenziamento delle flotte esistenti, nonché l’implementazione di
un efficiente sistema trasportistico integrato.
E’ fondamentale soprattutto, oltre assicurare il diritto alla vita della popolazione, che venga garantito il
bisogno di ognuno di pensare e progettare un futuro, individuale e collettivo. E che questo futuro sia
supportato da progettualità compatibili con le reali vocazioni delle comunità, per le quali il lavoro sia
principalmente orientato alla cura, al recupero ed alla valorizzazione delle risorse del bene comune
territorio.
Questo documento nasce dalla necessità di rendere partecipi le realtà politiche e associative, calabresi e
siciliane, del lavoro e delle attività svolti dal movimento sulle due sponde regionali, e dell’elaborazione
politica che ha prodotto, confrontandosi con movimenti di lotta e con le popolazioni di altri territori
nazionali ed europei, accomunati tra loro dalla stessa mobilitazione e resistenza a politiche calate
dall’alto e devastanti per i territori, in cui gli unici soggetti garantiti sono le lobbies economiche e
finanziarie e i poteri trasversali forti.
La Rete NO PONTE sta quindi preparando, per il 19 dicembre, una manifestazione nazionale a Villa
San Giovanni (Rc), per la quale ha già raccolto l’interesse e le adesioni di movimenti di resistenza di altri
territori. L’organizzazione di questo evento è un percorso, con più tappe di sensibilizzazione e di
coinvolgimento delle popolazioni direttamente interessate, con numerosi momenti di confronto e di
informazione a tutti i livelli.
Nel futuro che noi sognamo non è previsto il ponte! Dobbiamo fermare i cantieri e lottare affinché
vengano affrontate le vere emergenze di questi territori!
Facciamo appello a tutte le forze sociali, ai movimenti, alle comunità resistenti, ai comitati ed alle realtà
di base, alle reti nazionali, all’associazionismo, al mondo del lavoro, ai precari, ai disoccupati, al mondo
studentesco, a tutte e tutti, di rafforzare questa battaglia di dignità e costruire insieme questa
mobilitazione.
Rete No Ponte

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