6 settembre, sciopero generale: che sia un autunno bollente!


L’autunno si prospetta caldo, rovente e, soprattutto, anticipato. Mentre l’afa estiva ancora pervade buona parte d’Italia, ci si prepara già a scendere in sciopero. Il governo è concentrato in una partita a scacchi, gioca con la finanziaria ad un tira e molla che, di fatto, lascia inalterati gli attacchi ai diritti dei lavoratori: licenziamenti senza giusta causa, trattenimento del tfr, tredicesime, contratti, riforma del sistema pensionistico (ora urlata ai quattro venti, ora ritirata per poi cercare di rifilarla in un altro momento), tagli.

Confindustria, ovviamente, ritiene questa manovra fin troppo debole: forse sarebbe più soddisfatta se vedesse ormai direttamente scorrere il sangue della classe lavoratrice; l’Unione Europea e la BCE spingono affinchè anche l’Italia adotti i rigorosissimi piani di austerity, prendendo ad esempio magari gli altri governi (che decidono, per risparmiare, continuare le costose operazioni militari in Libia “finché sarà necessario”). Dopo che i grandi capitalisti hanno perpetrato per anni politiche di finanza creativa, giocando d’azzardo, approfittando delle privatizzazioni introdotte dalle politiche neoliberiste di stampo angloamericano, adesso piangono la crisi e chiedono sacrifici sempre ai soliti soggetti.

E la CGIL? È il sindacato che per primo ha convocato lo sciopero generale per il 6 settembre, indetto anche da alcune sigle del sindacalismo di base (RDB CUB e USB), forse per provare a riacquistare una credibilità tra la base lavorativa dopo il vergognoso accordo firmato il 28 giugno scorso, oppure – e più credibile – per riconquistare potere contrattuale al tavolo di Confindustria. I sindacati gialli, quelli che ormai sono dalla parte dei padroni, la Cisl e la Uil hanno tenuto un incontro “segreto” con Confindustria per svendersi alla meglio il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, in favore dei contratti aziendali (Marchionne docet…), mentre gli operai (tra cui anche loro stessi tesserati) protestano ed iniziano ad occupare le fabbriche. E pensare che c’è chi ancora la ritiene roba d’altri tempi!

Questo dimostra nuovamente quanto la segreteria nazionale della CGIL avrebbe già dovuto capire e applicare, da un pezzo: che è ora di occuparsi seriamente dei lavoratori (e non solo del lavoro), e che i padroni non sono i “datori di lavoro” di fantozziana memoria, ma costituiscono la controparte, nel nostro modello pseudo-liberista. Una politica economica che sta mostrando ormai da tempo tutto il suo peggior carattere classista, contro cui stanno insorgendo i quattro angoli del mondo, dal Cile alla Spagna, dall’Italia all’Inghilterra, dai paesi nordafricani finendo alle recentissime proteste scoppiate persino in Israele (con tutti i limiti di un movimento convinto di poter rivendicare una politica più giusta, equa e sociale, escludendo però il ritiro dell’occupazione dai territori palestinesi).

Ci auguriamo quindi che la CGIL abbia scelto questa data così anticipata per lo sciopero generale, affinchè esso costituisca il primo di una serie di mobilitazioni, che non lascino spazio agli estimatori dell’alta finanza, dei mercati, delle banche e del capitalismo più becero, interessati a calpestare i corpi dei lavoratori e dei giovani passando per la soppressione delle storiche celebrazioni civili antifasciste, finendo allo smantellamento completo dello stato sociale. Ora più che mai è fondamentale continuare la lotta, per costituire un fronte comune contro gli interessi del capitale. Sarebbe un peccato, col senno di poi, realizzare che la scelta della data fosse stata invece scientificamente decisa per accontentare i lavoratori, ma nel periodo meno “infuocato” dell’autunno.

Noi saremo nelle piazze il 6 settembre, accanto ai lavoratori, ribadendo che non pagheremo noi la loro crisi, che continueremo a lottare per un’università aperta (e in periodo di test d’ingresso è bene ricordarne l’importanza), sociale e di qualità, continueremo a lottare per una ricerca libera e contro un futuro precario, in cui cercano di inserirci già indebitati prima ancora di immaginare uno stipendio (basti pensare al prestito d’onore pubblicizzato dal Ministero per la Gioventù).

NON CI ACCONTENTIAMO DELLE BRICIOLE. VOGLIAMO TUTTO!

[Hann fatto a finanziaria….]


  1. #1 di custom writing il 29 Agosto 2012 - 03:11

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