La Mediterranea che affossa gli studenti: propone tasse esorbitanti, poi fugge dalle proprie responsabilità.


 

 Di seguito il comunicato che abbiamo elaborato in risposta agli eventi dei giorni scorsi, che hanno visto l’avanzamento della proposta tanto temuta quanto scontata dell’innalzamento delle tasse universitarie come unica risposta ai tagli che il governo ha imposto in maniera indiscriminata al comparto pubblico. Noi ribadiamo che non si può scaricare sugli studenti, quindi sulle relative famiglie, la responsabilità di una crisi e di un’amministrazione poco attenta agli sperperi.

NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO!

 

Mentre il super Ministro Tremonti
plaude al recepimento consapevole della manovra da parte degli italiani, si
assiste ad una levata di scudi da parte delle più disparate componenti sociali.
Quello che, invece, è sotto gli occhi di tutti è il generale senso di
precarietà che attanaglia soprattutto la parte più giovane della società. In
particolare, la situazione che in questi mesi stanno vivendo le Università
italiane è, a dir poco, gravissima. Come già preannunciato nelle giornate dell’Onda
i tagli  stanno sortendo i loro nefasti
effetti soprattutto nei piccoli Atenei come la Mediterranea.

È di questi giorni, infatti, lo
stato di mobilitazione di tutto l’Ateneo reggino. Nonostante le più svariate
analisi e i commoventi atti di “outing“ degli Organi dell’Ateneo l’unica
risposta che sia stata prodotta consiste in un aumento vergognoso e
sconsiderato delle tasse. Siamo di fronte all’ennesima conferma che la crisi la
pagano sempre i soggetti più deboli, in questo caso gli studenti.

Il tentativo di far passare
questo aumento, fortunosamente sventato da un sit-in di studenti nei giorni
scorsi, è stato rinviato alla settimana prossima. Contestualmente al rinvio si
è istituita una Commissione Consultiva formata dai soli studenti, alla quale è
stato delegato l’onere di sostanziare entità e tipologia dei tagli da
effettuare per calmierare l’aumento delle tasse.

Su questo strumento noi avvertiamo
alcuni elementi di perplessità. Manca un confronto in corso d’opera con il
Consiglio di Amministrazione, che potrebbe vanificare lo scopo stesso della
Commissione. Questa perplessità trova riscontro nelle dichiarazioni rilasciate
dal Rettore Giovannini, il quale pur rendendosi disponibile al dialogo non
ritiene possibile il raggiungimento di un accordo soddisfacente per le esigenze
degli studenti. Gli Organi di Ateneo non possono sottrarsi dalla responsabilità
di affrontare la questione demandando la soluzione alla sola componente
studentesca. Da una parte potrebbe essere un tentativo di strumentalizzazione
degli studenti per risolvere conflitti interni e dall’altra il tentativo di
affievolire la mobilitazione, a fronte di una decisione già presa e
semplicemente rinviata.

A nostro avviso, forti
dell’esperienza maturata all’interno della Facoltà di Architettura (Consiglio
di Facoltà allargato), l’unica forma di confronto reale è quella che il
Consiglio di Amministrazione si riunisca a porte aperte con la presenza degli
studenti, non solo in qualità di uditori. Condizione necessaria affinché questa
presenza possa esprimersi consapevolmente è la pubblicazione sul sito di Ateneo
della documentazione relativa al bilancio consuntivo del 2009 e a quello
preventivo del 2010.

Come studenti, riteniamo questa
l’unica soluzione onde evitare che equilibri di potere possano mettere gli
studenti gli uni contro gli altri e aprire una lotta intestina interfacoltà, la
quale avrebbe come unica conseguenza quella di smembrare la costruenda unità
della mobilitazione.

 

Uniti nella lotta.

Collettivo UniRc

 

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