LA LOTTA PAGA: A REGGIO CALABRIA GLI STUDENTI IMPEDISCONO IL TAGLIO ALLE BORSE DI STUDIO


 

Alla Mediterranea avevano dimezzato le borse di studio, gli studenti se le sono riprese!

Ci hanno provato. In verità ci erano quasi riusciti
a fare passare sotto traccia una diminuzione delle borse di studio
della metà, introducendo per la prima volta (all’Università
Mediterranea) la figura dell’idoneo non beneficiario. Ma non gli è
riuscito. Ecco cosa non ha funzionato, ma andiamo per ordine.

A Reggio Calabria, come nel resto d’Italia grosso
modo, il pagamento delle borse di studio è affidato ad agenzie
regionali, dipendenti quindi della rispettiva giunta. Nel 2009 la
Regione Calabria “dismette” sostanzialmente l’agenzia per il diritto
allo studio rivolta alla Mediterranea in favore dell’Università stessa.
Si avviano così le procedure, legislative e burocratiche, per attuare
questo passaggio di competenze. Detto in parole povere il “passaggio”
da agenzia regionale a “ufficio” dell’Ateneo ha comportato che non vi è
più un bilancio specifico per l’agenzia, ma tutto viene integrato nel
bilancio dell’Ateneo. Nel nostro caso di specie, il pagamento delle
borse di studio quindi dipendeva non più direttamente dalle casse
dell’agenzia, rimpinguate dalle Regione Calabria, ma dal bilancio
dell’Università.
Fatta questa premessa d’obbligo, adesso passiamo ai fatti. Alla fine
del 2009 inizia a concretizzarsi il passaggio di cui sopra e
l’A.R.DI.S. (agenzia regionale per il diritto allo studio) si avvia
verso la liquidazione in favore dell’Università Mediterranea. Già da
novembre-dicembre del 2009 veniamo a conoscenza di voci che mormorano
di un forte ridimensionamento delle borse di studio erogabili. A questo
punto c’è da registrare che già il cambiamento del bando di accesso a
questo tipo di contributi aveva comportato una diminuzione degli idonei
da circa 1600 nell’anno accademico 2009 a circa 1200 nel 2010. Si dice
anche che non ci siano state diminuzioni di finanziamenti pubblici da
parte della Regione, ente competente sulla materia; voce confermata
dalle delibere di giunta che riusciamo a recuperare dal Bollettino
Ufficiale della Regione Calabria, consultabile facilmente su internet.
In questa prima fase stabiliamo quindi 2 certezze che sembrano in
antitesi:

1. I soldi per pagare le borse ci sono ed in
abbondanza, perché il numero degli idonei e minore degli anni
precedenti e addirittura è maggiore il finanziamento regionale;

2. Le borse non vengono erogate alla metà degli aventi diritto.

A questo punto il lavoro del Collettivo UniRC si
incrocia con diversi semplici studenti, idonei non beneficiari in quel
momento, che chiedono a gran voce spiegazioni a tutti gli organi parte
in causa. Da una parte l’A.R.DI.S e dell’altra gli uffici
amministrativi dell’università. In quel momento per tutti noi è
importante la cautela e soprattutto trovare delle valide pezze
d’appoggio per sostenere la nostra tesi dei 2 punti.

Ci dividiamo in due gruppi, che iniziano a
richiedere formalmente tutti gli atti che possono essere di nostro
interesse, a partire dai bilanci di Mediterranea e A.R.DI.S.
Periodicamente ci aggiorniamo, i tempi della burocrazia non sono
lunghissimi in teoria, ma fin da subito ci scontriamo con un forte
ostruzionismo da parte di impiegati e dirigenti. Ma quello che stiamo
chiedendo sono atti pubblici, sui quali tra l’altro noi abbiamo un
interesse primario contingente, essendo studenti e per giunta senza la
borsa di studio che ci spetta. Inizia una pressante opera da parte
nostra per ottenere gli atti, che sembrano secretati tanto è difficile
ottenerli, ma seppur parzialmente e dopo lettere e carte bollate con
l’ufficio legale della Mediterranea, riusciamo ad accedere ad alcuni
dati che seppur parziali ci danno la sicurezza: nel capitolo di
bilancio dell’università riferito alle borse di studio ci sono molti
più soldi di quanti ne sono stati destinati effettivamente al pagamento
degli studenti in graduatoria.
Iniziamo a far circolare la voce tra gli studenti e prendiamo una
decisione: è il momento di rendere pubblica la notizia in nostro
possesso. Così inviamo un primo articolo, che viene ripreso molto bene
da tutta la stampa locale al quale fanno seguito alcune imbarazzanti
dichiarazioni difensive che ancora tergiversano sulla presenza o meno
dei fondi. La parte mediatica fa la sua parte e non da meno quella più
nascosta che con l’aiuto di qualche avvocato fa capire ai vari
dirigenti che i loro iniziali intenti, ovvero quello di non pagare la
totalità delle borse e con i soldi risparmiati fare non si sa bene
cosa, vengono compromessi.

Di fronte alla pubblica piazza non si può più
mentire ed è così che arriva la notizia: una nota del rettore rassicura
che i contributi dovuti agli studenti verranno erogati entro la fine di
aprile 2010.

Effettivamente i contributi arrivano, gli studenti
hanno vinto! Contro chi pensava di avere a che fare solo con numeri e
non teste pensanti, contro chi intende lo studio come servizio e non
come diritto, contro i baroni e le baronie, contro le incrostazioni di
potere amministrativo, contro chi pensava non potesse cambiare niente.
Speriamo che questa esperienza possa contribuire a dimostrare che la
lotta, quella vera, paga e che ancora oggi, nonostante tutto, sia
ancora possibile pensare che un altro mondo è possibile.

Collettivo UniRC

 

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