Quel pasticciaccio brutto della SA-RC”. Il cantiere dimezzato pagato a peso d’oro


DI GUIDO RUOTOLO E MARCO SODANO (dalla STAMPA di Torino)

Quando si dice il paradosso. Nel giorno – giovedì scorso – in cui il presidente del consiglio Silvio Berlusconi annuncia alla Camera che «il raddoppio dell’A3 sarà completato entro il 2013» e il governo si attrezza a introdurre il pedaggio, in redazione a La Stampa arriva una busta gialla.

Contiene un documento anonimo che ripercorre l’ennesima vicenda della Salerno-Reggio Calabria, l’autostrada in offerta speciale dove si paga tre per comprare due. La lettera fa riferimento a documenti e notizie pubblici di cui non è difficile trovare riscontro. Così si scopre, tanto per cominciare, che la Salerno-Reggio non sarà completata mai. L’autostrada si fermerà a Campo Calabro, località che si affaccia sullo Stretto un po’ prima prima del capoluogo. Da qui dovrebbe spiccare il salto il ponte che (forse) unirà Calabria e Sicilia. Una decina di chilometri più corta, per gli amici sarà la Salerno-Campo.

L’ultimo tratto dell’appalto del titanico raddoppio – qualcuno preferisce ammodernamento – dell’A3 Salerno-Reggio Calabria è stato tagliato in due. Dei venti chilometri tra Scilla e Reggio se ne raddoppieranno poco più di metà. Il resto è stato «stralciato» e con il danno c’è la beffa. Stralcio per stralcio, diresti, si risparmieranno un sacco di soldi. Non qui: l’appalto programmava una spesa di 634 milioni per 20 chilometri. Ma all’annuncio con cui l’allora sindaco di Reggio Giuseppe Scopelliti (oggi guida la Regione) ha illustrato lo stralcio chiamando in causa il presidente dell’Anas Vincenzo Ciucci (“abbiamo deciso insieme un restyling”), è seguito l’abituale e prevedibilissimo contenzioso tra l’Anas e il general contractor, il gruppo che gestisce l’appalto. È seguito un accordo: i 634 milioni della commessa sono stati ridotti a 415, ma l’appaltatore ha ottenuuto un indennizzo di 91 milioni. Totale 506 milioni, che non è metà di 634 ma il 79%, per fare mezzo lavoro. Come dire che dieci diviso due fa quasi otto.

Un tempo i costi – e i profitti – dei lavori pubblici crescevano con l’avanzamento lavori. Si tirava tardi per ottenere una ridiscussione e scoprire che i prezzi erano saliti. Poi si aggiornava la faccenda a suon di aumenti. Ora la legge ha introdotto controlli più stretti. Nello stralcio non c’è nulla illegittimo, almeno in superficie: l’Anas ha accettato l’accordo e probabilmente si fa peccato a riflettere sul fatto che il secondo tratto del macrolotto 6 è molto più complicato – e costoso – da realizzare del primo. Chiunque voglia godersi il viaggio (mezz’ora tra andare e tornare in auto) vedrà che il percorso in questione attraversa l’area urbana di Reggio Calabria. È un ghirigoro di curve, gallerie, sopraelevate e svincoli che attraversa le case, galleggia sui campi da calcetto e le vie del passeggio, si infila nel porto all’altezza della dogana e sbatte nel molo da cui partono i traghetti per Messina. Allargare una strada come questa non è uno scherzo: nessun paragone con la prima parte del lavoro. Ma dieci diviso due fa sempre otto.

Scopelliti ha giustificato lo stralcio spiegando che temeva di bloccare per anni il traffico nella parte nord della città. Preferisce, ha detto, una tangenziale che sfili alle spalle dell’abitato e poi si ricongiunga con la statale 106 (che risale lo Ionio e corre fino a Taranto lungo la costa sud). Un lavoro da 1,8 miliardi di cui non s’è parlato che una volta, però c’è sempre un altro appalto in vista.

Il primo cantiere aprì nel 1996, il rinnovo del gigante – gli inquirenti lo liquidano in una battuta amara come il «corpo del reato più lungo d’Italia» – è arrivato a costare 22 milioni al chilometro. Arresti e indagini non si contano. Non c’è da stupirsi se qualche amministratore calabrese, stanco dell’autostrada di Babele, ha suggerito di commissariare i lavori per dribblare una burocrazia pericolosa. Ancora meno c’è da stupirsi che non lo abbia ascoltato nessuno. Infine, mentre Berlusconi ricamava sul completamento alla Camera in Commissione bilancio la maggioranza aveva appena stralciato (quando si dice il destino) finanziamenti per 145 milioni all’A3.

Mettiamoci in coda con pazienza, dieci diviso due fa ancora otto.

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